venerdì 21 dicembre 2007

Vladimir contro Steve

I xxx Putin - Foto di yourbartender Non so perché ma molti affezionati della Mela si aspettavano Steve Jobs come persona dell'anno: di tutti i comunicati (mia nonna li chiama così) radio e TV non mi è mai parso di sentirlo nominato nella lista dei papabili. Si parlava piuttosto di Al Gore, che pure è nel cda di Apple, e di sicuro l'ex vicepresidente degli Stati Uniti d'America lo avrebbe meritato.
E invece persona dell'anno (persona, non uomo: non facciamo i sessisti) è stato eletto Vladimir Putin, riconfermato poco tempo fa presidente della grande Russia. Perché è stato scelto Putin? Perché la copertina del Times non è dedicata all'uomo più buono del mondo, ma a quello che più ha influenzato il mondo. E con l'introduzione di brogli elettorali, il supporto al programma atomico dell'Iran e l'arresto dei suoi avversari politici, Putin è stato decisamente la scelta più azzeccata: rappresenta il modello per tanti leader sparsi in tutto il mondo, anche in quello occidentale.
Ecco cosa non avrà pensato Steve Jobs: «È stato scelto Putin? E cosa ha fatto di tanto speciale? Imbavagliato la stampa che non gli stava a genio? Posso farlo anch'io!».
E infatti ThinkSecret ha chiuso i battenti per aver svelato, qualche giorno della presentazione ufficiale, le caratteristiche del MacMini. Ed Apple lo ha minacciato legalmente per sapere le fonti, per conoscere chi ha spifferato un tale segreto. E Nick Ciarelli, il ragazzo a capo di Think Secret, ha preferito lasciar perdere, chiudere e buttare via la chiave, piuttosto che tradire le fonti.
Signore e signori, qui ci vuole un applauso. Scegliete voi se dedicarlo alla coerenza di ThinkSecret o alla prepotenza di Apple.

iTaleb

Foto di clara & james Che mi si dia del Talebano non lo accetto. Vada per lo switcher, anche perché non conosco ancora nessuno che si sia offeso a sentirsi in qualche modo coinvolto in una storia di interruttori. Inoltre non mi piace neanche l'idea che si possa elogiare Windows: la forza di Windows sono i programmi per Windows. Anche Apple li fa. Perché c'è mercato.
Detto questo, tornando agli interruttori, uno switcher è solitamente un utente che abbandona Windows per passare (switch) a Mac. Io non posso essere uno switcher perché il Mac già lo uso. E non solo. Il concetto di switcher è decisamente limitante: perché dovrei mai limitarmi ad una sola tecnologia? Il concetto stesso di computer personale, un posto dove tenere i propri dati è destinato a morire, lentamente ma inesorabilmente: certo, non potremo caricare tutti i nostri dati online, e li terremo in casa ancora per molto ma è decisamente sciocco pensare di accedervi con un solo strumento, modo unico e immutabile, soprattutto quando questo strumento limita volutamente la libertà che abbiamo di accedere ai nostri dati per favorire gli interessi di un'azienda: i dati sono miei e ci faccio quello che voglio. Ed è un caso che riguarda Apple e Microsoft e tanti altri, che molte volte guardano all'utente come un ladro prima ancora che come un cliente.
Questa volta sono stato buono. Non vi ci abituate.

lunedì 17 dicembre 2007

HTML 5 e la libertà multimediale

Erica Ogg A quanto pare il riferimento al formato Ogg (Vorbis per l'audio e Theora per il video) è scomparso dalle specifiche del prossimo venturo HTML 5. Ad aprire le danze era stata Nokia che in un suo documento aveva espresso ridicole perplessità riguardo il formato Theora ritenendolo a rischio brevetti. Per chi non lo sapesse la Xiph Foundation si occupa di produrre formati multimediali che siano totalmente esenti da brevetti e completamente redistribuibili: la scusa di Nokia non regge. Allora perché avversare il formato libero e aperto? Soldi, ovviamente. Infatti i formati Vorbis e Theora non prevedono i lucchetti digitali e ciò va contro gli interessi degli utenti delle major.
A questo punto i miei cari lettori si chiederanno: perché mai parlarne su questo blog? Perché oltre a Nokia, contro i formati aperti, si sono schierate anche Microsoft e la sua sorellina di sempre: la nostra amata Apple.
E ancora: esattamente, di cosa stiamo parlando? Mi spiego. Avete presente i video di Youtube o altri servizi di video sharing online? Li vedete in un riquadro all'interno di una pagina web dove vengono visualizzati grazie al Flash Player di Adobe (ex Macromedia, R.I.P.). In HTML 5 si vuole andare oltre e permettere l'inserimento degli elementi multimediali embedded che verrano riprodotti direttamente dal browser senza ricorso a plugin esterni (Flash, Quicktime, Windows Cesso Player, e così via). Avere dei codec di riferimento, uno standard aperto e utilizzabile da chiunque voglia realizzare un browser è di vitale importanza: ne va della libertà del web. Se non si sceglie un formato unico allora si rischia di non cambiare la situazione attuale (ogni sito avrà bisogno del suo programmino e l'utente dovrà installarsi tutti i player del mondo, un po' come succede adesso). L'utilizzo di un formato proprietario protetto dai brevetti, invece, porterebbe all'impossibilità di scrivere un browser realmente aperto. Apple stessa usa un motore opensource per il rendering HTML in cui non potrebbe certo essere inserito del codice brevettato, a meno che Apple non voglia cambiare la licenza di WebKit (e sappiate che non può farlo perché WebKit non è suo).
Mi viene in mente un esempio surreale: sarebbe come pagare un centesimo all'inventore della radice quadrata ogni volta che si usa un foglio A4. O come dover chiedere il permesso ad un'azienda quando insegnate a leggere ai vostri figli.
Per finire, un accenno sulla posizione di Mozilla a tal proposito. La casa del dinosauro rosso ha dichiarato che loro appoggeranno strenuamente i formati Ogg e derivati e che, comunque vadano le cose, lo supporteranno pienamente nel loro browser. E visto che Firefox non è proprio l'ultimo, chissà che questo non riesca a diffondere l'idea di apertura e libertà che sempre di più sembra mancare in questo mondo disgraziato.

Post Scriptum. La donna nella foto è Erica Ogg. È una giornalista, abbastanza attraente direi. Non c'entra niente con 'sto discorso, semplice assonanza, allitterazione o come diavolo si dica.

giovedì 13 dicembre 2007

Specchio specchio delle mie brame

I monitor della Apple hanno una certa età: sono spessi come un romanzo di Dostoevskij e hanno luminosità e contrasto che non competono con altri monitor sul mercato. Per non parlare del prezzo.
Presto, molto presto, dovrebbero essere rimpiazzati da un nuovo modello. Probabilmente saranno più sottili, più luminosi e brillanti. E saranno lucidi. Avete presente gli schermi a specchio, chiamati anche Glossy? Esatto! Proprio quelli introdotti qualche anno fa dalla Sony sui suoi portatili. Lasciatemelo dire: sono degli schermi che fanno schifo. A meno di un'illuminazione ottimale si vedono riflessi ovunque. C'è troppa luce? Sullo schermo c'è il riflesso della luce. C'è poca luce? Allora compare la faccia dell'utente illuminata dallo stesso schermo. È anche vero che l'occhio umano si adatta facilmente e, a meno di casi estremi, solitamente cancella i riflessi.
C'è una cosa che vorrei, per voi, non per me (come sono generoso!). Vorrei che i prossimi schermi della mela non fossero glossy. C'è gente che ci lavora e con quello che costano non mi sembra giusto lasciare al cervello dell'acquirente il compito di supplire ai difetti.
Se poi anche questi monitor venissero lucidati consiglio a tutti un monitor Eizo.

Post Scriptum. Voi lo sapevate che i monitor degli iMac hanno solo 18 bit di profondità di colore? Il mac non doveva essere il computer ideale per la grafica?

martedì 4 dicembre 2007

Pubblicità con Vista

Cosa fa la Apple per convincere i suoi utenti a usare il Mac? Racconta di come il Mac sia buono per far girare Vista. Sì, Windows Vista, uno dei sistemi più inutili della storia (dopo il Dos 4, a mio parere): bacato, con problemi di sicurezza, crash improvvisi di applicazioni e lentezze varie. Beh, c'è da dire che Apple ha fatto di più: ha fatto in modo di introdurre le stesse caratteristiche (crash, lentezza e bachi di varia natura) nel suo Leopard, così che i PC Guys che i Mac Guys siano equamente insoddisfatti. Solo che i PC Guys a queste cose ci sono abituati. Resta il fatto che ora Apple sembra credere in Windows Vista molto più di quanto ci credano gli utenti. Siamo messi male.
Godetevi la pubblicità. Non sapete l'inglese? Peggio per voi.



Per scaricare il filmato cliccate qui.

venerdì 23 novembre 2007

Supercomputer: la classifica non premia MacOSX

IBM BlueGeneAvevo già scritto di come, nella Top500 dei supercomputer, il MacOSX fosse presente in soli tre installazioni e che comunque se la passasse meglio di Windows, usato solo in due casi.
Zak, a cui ho rubato la spassosa vignetta della scorsa volta, mi ha fatto venire voglia di ricontrollare la classifica. La Top 500 dei supercomputer, infatti, è stata aggiornata proprio questo mese. E ci sono dei cambiamenti, anche se non clamorosi.
Linux ha incrementato la sua presenza, passando da 389 a 426, traducibile in un +9,5%. Più strano è l'incremento dei supercomputer con Windows, passati da due a sei: numeri risibili ma pur sempre un tre volte tanto. E il MacOSX? È calato: da tre a due. E paradossalmente, sappiate che non mi fa piacere, ora Windows è più usato di MacOSX anche nei supercomputer.
Per rispondere a Zak: non è un problema di affidabilità o di presenza di un Admin 24 ore su 24. Linux viene scelto sui supercomputer perché una società dopo aver speso qualche milione di dollari vuole poterci fare il ca..o che gli pare. E questo, amici miei, non è possibile né con Windows né con MacOSX.

Giusto per la cronaca. Il computer più potente del mondo è il BlueGene/L di IBM che ha la bellezza di 212.992 processori. Duecentododicimilanovecentonovantadue.

martedì 20 novembre 2007

Lui e Beatrice

Vi consiglio di leggere le strisce di Zak Comics, nei vari gusti Io e Beatrice, Parajdemina e Spread the Banana, quest'ultimo in inglese.
Nelle strisce di Io e Beatrice ho trovato questa vignetta:



Spassosissima. Spero Zak non mene voglia se ho stretto un po' l'immagine e se l'ho pubblicata qui anche se coperta da copyright.

lunedì 19 novembre 2007

Libertà d'informazione

Sembra sempre più strano come Apple ancora non abbia introdotto l'iPhone in Italia: visto che la maggior parte (non tutti) dei giornalisti italiani sono dei kiss-ass (leccaculo) provetti, si sarebbero trovati benissimo nelle interviste pubblicità con le domande preparate e le risposte pronte.
E invece sono andati in Gran Bretagna, dove invece i giornalisti le domande le fanno e cercano di capire come vanno le cose, evitando di ricoprire solo il ruolo di semplici attori dell'ennesimo spot pubblicitario. Infatti l'intervista doveva vertere sul lancio britannico dell'iPhone che, sappiamo tutti, si può gestire (secondo volontà di Cupertino) solo da iTunes. E quindi il giornalista ha provato a chiedere: "A proposito del monopolio iTunes...". Allarme rosso, tutti gli uomini ai posti di combattimento!
Nel video che segue, se volete, potete aggiungere mentalmente qualche sottotitolo in italiano, del tipo "Mi consenta".

sabato 17 novembre 2007

Globale 001

Lightning - Foto di wvs Ho avuto una settimana brutta, troppo piena, mal di testa perenne e qualcuno ne sarà contento.
Facciamo un po' di aggiornamenti, messi insieme, pochi commenti giusto per capire.

Su OneITSecurity: "è stata apprezzata la professionalità degli ingegneri e dei manager Apple che nonostante sia passato poco più di un mese, e quindi l’uscita di una patch di sicurezza potrebbe risultare impopolare, non hanno esitato a rilasciare questo update". E invece hanno aspettato anche troppo: un mese per risolvere un problema di perdita dei dati durante lo spostamento dei file? Decisamente troppo. Apple dovrebbe rilasciare degli aggiornamenti continui, non 110 mega alla volta. In Italia non tutti hanno la banda larga e avere degli aggiornamenti piccoli, ma continui, aiuterebbe parecchio.

Su Heise Security. Sempre relativo al primo aggiornamento, in particolare al firewall. Il firewall di Apple era risultato bucato come un groviera: non bloccava quello che doveva bloccare e partiva con regole più permissive della Berlino del secondo dopoguerra. Un po' siamo migliorati: non nel firewall, ma nel linguaggio. Ora non si sceglie più di bloccare tutte le connessioni ma di permettere solo i servizi essenziali. È una questione di stile, non di sicurezza.

Carmack afferma che quelli della Apple sono dei pazzi e degli idioti a non prendere in considerazione lo sviluppo dei giochi su ipod e iphone. Ovvero: Apple dovrebbe aprire i propri prodotti per permettere ad aziende come la ID Software di sviluppare e portare i suoi meravigliosi videogame sui device mobili di Cupertino. E se non sapete chi è Carmack allora non siete neanche degni di stare davanti a un computer. Dico sul serio.

Ora ci sono trentadue varianti di uno stesso trojan per Mac. Ancora non ci siamo: il Mac non è abbastanza diffuso per essere terreno fertile per un virus, sia per la propagazione dell'epidemia, sia per la convenienza economica di chi fa i virus. Tuttavia non vedo molto lontano il tempo in cui anche sul Mac dovremo installare un antivirus.

Apple ci crede in XServe? Gli ingegneri che l'hanno fatto sì. Jobs un po' di meno. Forse non sopporta che sulle sue macchine possa metterci mano qualcuno che di reti ne capisce. Almeno ora è possibile virtualizzare il MacOSX Server, a patto di virtualizzarlo su un altro MacOS e mai su un PC. Sappiate che MacOSX gira benissimo su VMWare, indipendentemente che stiate lavorando su Linux, Windows o Mac. Comunque nell'ambito Server Apple ha decisamente ancora tanta strada da fare: può andar bene nella multimedialità, ma farsi pagare così caro per avere un sistema Unix che fa esattamente le stesse cose di una Debian mi sembra un po' esagerato. Se poi, cari utenti Apple, pensate che il MacOSX Server è più facile di una Debian, non posso che darvi ragione. Provate, però, ad immaginare la scena in cui una azienda deve assumere un nuovo amministratore di rete: dovrà sapere dove mettere le mani o solo saper muovere un mouse? Le competenze non possono essere soppiantate dalla semplicità.

Qualche Mac ha un problema con la grafica? Niente paura, basta nascondere tutto sotto il tappeto e nessuno si accorgerà di niente! No, siamo onesti: il documento che parla del problema dei chip grafici di alcuni iMac è ricomparso. Peccato non contenga informazioni utili. Secondo me è un problema Hardware e nessun Firmware potrà giovare. Apple vuole solo evitare il richiamo.

Alla fine questo post mi è uscito in stile rassegna stampa. Non è un granché, lo so. Posso fare di meglio.

giovedì 8 novembre 2007

Brevemente. Su Twitter

Visto che ormai non riesco a stare dietro a tutto quello che succede ho deciso di velocizzare in parte il processo. Qui di lato, a destra, potrete vedere i miei post su Twitter, con cui cercherò di tenervi aggiornati soprattutto con link a materiale interessante.
Potete anche seguirmi direttamente su Twitter/noapple.
E non vi preoccupate: continuerò a scrivere i post tradizionali. Consideratelo un di più, un po' di veleno in piccole dosi. Ma ricordate: il veleno che vi somministro viene da Cupertino, sotto forma di caramelle. Io non faccio altro che togliere il guscio.

È nato prima l'uovo o la gallina?

mercoledì 7 novembre 2007

La Apple tiene i suoi ipod troppo legati ad iTunes

Hold Tight di Iguana JoQuesta la motivazione di una Class-Action contro Apple partita dalla Florida. Infatti Apple non permette di collegare ad iTunes altri lettori mp3, cosa che diventa ancora più difficile quando i brani sono protetti. Su quest'ultimo punto la situazione sta lentamente migliorando con i brani DRM free, ma non tutto il catalogo di iTunes è disponibile senza gli odiati lucchetti.
E non è finita qui. Infatti la Class-Action lamenta ulteriori comportamenti illegali riguardo la possibilità di acquistare brani da altri negozi online: iTunes è collegato solo all'iTunes Store e iTunes è l'unico strumento per gestire l'iPod. Non resta che fare due più due.
Questa chiamata in giudizio della casa di Cupertino, non riguarda i problemi tecnici di interfacciamento, ma le scelte operate da Apple al solo fine di impedire l'uso di iTunes e iPod al di fuori del suo controllo. Infatti nell'ultima generazione di iPod è stato inserito un chip che ne impedisce il funzionamento con software diverso da iTunes. Il chip non fornisce nessun'altra funzione avanzata: è solo un'ulteriore impedimento al consumatore nell'utilizzo libero di un bene che ha pagato. Ovviamente quel chip non è gratis: gli utenti lo pagano quando comprano l'iPod.
Speriamo che da noi la UE, che tanto bene ha fatto contro Microsoft, si svegli anche su questo fronte.

Piazza privata

Omaggio agli dei di Gianni D. Su Tom's Hardware Guide Italia, è apparso un articolo a proposito di Leopard su PC. E badate, non è roba tecnica: masterizzare di qua, bittorrent di là, e la penna USB dove gliela metto?
Ed è interessante non tanto che si parli di come il MacOS X possa girare tranquillamente su dei PC che non siano di Apple ma di come la casa di Cupertino si permetta di cancellare, a suo insindacabile giudizio, dei post sul loro Forum di assistenza. Insomma, prima apri una piazza in cui parlare ("forum" è una parola latina, non l'ha mica inventata Apple!) e poi decidi chi può parlare e chi no?
E non venitemi a dire che Apple può censurare chi vuole in casa propria: sarebbe come usare le stesse scuse di Mastella.
L'articolo è a cura di Tony Celeste.

martedì 6 novembre 2007

Perdite di dati su Leopard

Foto di Thomas Hawk Cosa succede se io dico a Finder di spostare dei file su, ad esempio, un volume di rete? I file vengono copiati sulla destinazione e poi vengono cancellati dalla sorgente.
Cosa succede se io provo a fare lo stesso ma la connessione di rete va giù (ad esempio va via la corrente, oppure cade la connessione ad internet)? Succede che Finder non copia i file sulla destinazione ma li cancella completamente dalla sorgente. Il risultato è che i file non ci sono più: né sulla destinazione, né sulla sorgente.
Uomo avvisato...

lunedì 5 novembre 2007

Il telefono ha trovato il suo punto G

Vegetable Points G di Daniele CortezIl famigerato Gphone è arrivato e non è un telefono: è un sistema operativo, aperto a tutti, basato su Linux. Sarà disponibile dall'anno prossimo e verrà installato sui telefonini di qualunque costruttore voglia farlo. Google non chiederà alcun pegno, né contributo economico, né impegnerà intere squadre di ingegneri (che brutta vita!) a tenere il tutto chiuso in una gabbia dorata (ma solo di fuori).
Paolo Attivissimo, che pure è un utente Mac, fa un elenco puntuale delle aziende che già sono entrate in contatto con Google e poi cita anche lo zio Bill e lo zio Steve che mancano poiché troppo presi a giocare nei loro giardini cintati. Insomma: aspettiamo con ansia di liberare le nostre telefonate!

Se ci avete visto una tetta invece di un limone, siete dei pervertiti.

domenica 4 novembre 2007

Leopard anche sui PC di altre marche

PowerMac Intel Inside Macity a proposito di una guida sull'installazione di Leopard sui PC dice che l'articolo

prevede una conoscenza non banale di un processo che include il recupero di file per modificare il sistema operativo, la masterizzazione di Dvd, l'accesso a Darwin e l'uso del terminale. Complessivamente si tratta di una procedura molto complessa e non garantita

e fin qui non ci piove.
Quello che Macity non dice, ma che tutti noi sappiamo, è che la procedura è difficile non per colpa del PC, ma per colpa di Apple, che vuole evitare di vedere il suo OS girare anche sugli altri PC.
Esatto: "sugli altri PC". Perché i Mac di oggi sono solo i PC di Apple: hanno gli stessi processori dei PC, gli stessi hard disk dei PC, gli stessi chipset dei PC, le stesse schede video e così via. Ci gira anche Windows (alla Apple ne vanno fieri!).
Chi si ricorda il primo PowerMac con processore Intel?

(Suggerimento sottovoce: è quello della foto. La Apple lo vendeva a 999 dollari.)

sabato 27 ottobre 2007

Nel blu dipinto di blu

Chissà quante risate vi sarete fatti quando avete visto le schermate blu che identificano i nodi Windows nella rete vista da Leopard! Tante risate, vi divertite con così poco!
E anch'io ho riso, un pochino, quando ho letto di questa storia, dello schermo blu che appare su alcuni Mac (si badi bene: sul Mac non sul PC): a quanto pare alcuni infelici utenti Apple hanno fatto l'aggiornamento del proprio computer per godere del ruggito di Leopard e al riavvio si sono trovati davanti uno schermo blu, il computer bloccato e il supporto telefonico di Apple che non sa che pesci pigliare.
Ecco alcuni estratti dal forum Apple di assistenza:

I'm on the phone to them and they can't help!!

Rebooted. Same problem. The question is: If I wait, how long is too long?

I used the Backup program which repeatedly failed to do the backup

Blue screen, black cursor, no activity

It seems to me that they don't really know about the problem yet.

La cosa ancora più divertente è che mentre gli altri sistemi, compreso Windows, sono in grado di funzionare su hardware molto differenti fra di loro, Apple può benissimo concentrare i suoi sforzi solo sui suoi computer che, essendo suoi, conosce benissimo. Eppure nonostante questo un aggiornamento riesce a dare così tanti problemi, ponendo gli utenti in condizione di non poter lavorare.

giovedì 25 ottobre 2007

Spaces: la grande non-novità

Leopard avrà Spaces: un'importante innovazione altamente tecnologica presente in tutti gli ambienti Linux e Unix in generale da quasi dieci anni.
Con questo non voglio dire che Cupertino stia lì a inseguire. Voglio dire che a prendere spunto dagli altri non si fa mai male e che anche Apple copia le idee da altri progetti, così come altri progetti copiano le idee da Apple. Se non ci fosse questo reciproco stimolo ci sarebbe poca innovazione, per lo più pilotata dai singoli costruttori al solo fine di vendere nuove versioni dei loro software, e questo non andrebbe certo a favore degli utenti finali.
Per cui smettiamola una buona volta di urlare "Hanno copiato Apple! Hanno copiato Apple!". Ogni volta che leggerò qualcosa del genere sarà mio onore mostrare una prior art che dimostra il contrario.

mercoledì 24 ottobre 2007

Ancora sulle mele verdi

Rispondo a Ubaldo e Bruno, che mi hanno fatto notare che Greenpeace abbia dichiarato che le altre compagnie non si comportano certo meglio di Apple e che gli inquinanti presenti nell'iPod sono entro i limiti di legge.
È vero, e non ho mai affermato il contrario. Anzi, nel mio post precedente, dico chiaramente che le altre compagnie non si comportano meglio e che rispettano anch'esse i limiti di legge.
Ma non è questo il punto. Il punto è che Apple, così come tutti gli altri nessuno escluso, non si impegna per fare qualcosa di meglio dei limiti di legge, mentre dall'altra parte si propone come un simbolo per l'ecologia, con la lettera di Steve Jobs che si impegna a rendere l'azienda più verde, e la messa in prima pagina di un premio Nobel

martedì 23 ottobre 2007

L'avevo detto io!

ZDnet si pronuncia senza mezzi termini:

Apple’s a lot easier to understand when you stop looking at it as a religion and instead see it for what it is - a multi-billion dollar consumer electronics company

che traduco per i Mac User che non conoscessero l'inglese:

È più facile capire Apple se si smette di considerarla come una religione e invece la si guarda per quello che è - una compagnia da molti miliardi di dollari che produce elettronica di consumo

Insomma, è quello che cerco di insegnarvi io da tanto tempo: Apple vuole solo il bene delle sue tasche, non certo dei suoi utenti.
Ma l'intervento di ZDnet non si ferma qui, e arriva a paventare il prossimo passo di Apple verso la conquista del mercato: l'introduzione di un Mac con Windows preinstallato. Eresia? No, marketing, uno dei campi in cui Apple riesce meglio.
Vediamo perché Apple dovrebbe preinstallare Windows sulle sue macchine. Apple sta crescendo più della media del mercato: 34% per la precisione, un numero particolarmente forte. Ma non è la sola. Hewlett-Packard cresce con un ritmo doppio rispetto al mercato, ben più di Apple. E non è la sola. Acer cresce con una velocità quadrupla rispetto alla media del mercato.
Insomma: i risultati di Apple possono sembrare ottimi, ma si possono migliorare. Inoltre i computer Mac hanno avuto un netto incremento di vendite con l'introduzione dei processori Intel: ora un Mac ha lo stesso processore di un PC, ha gli stessi hard disk di un PC, le stesse memorie, gli stessi chipset e le stesse schede video. In pratica il Mac di oggi è un PC (la pubblicità dovrebbe essere "Ciao io sono un PC", "Ciao anch'io sono un PC, ci siamo già visti?").
Un ulteriore spinta alle vendite è arrivata con l'introduzione di BootCamp, e a cosa serve BootCamp? A far girare Windows. Il prossimo passo logico, dal punto di vista del marketing, diventa offrire i Mac con Windows. Probabilmente Apple tirerà fuori quel poco di orgoglio che le è rimasta e difenderà la sua identità, ma non sarebbe la prima volta che Steve Jobs scende a patti con il diavolo, in questo caso personificato da Microsoft
Questa volta voglio essere buono senza velleità da distruzionista. L'alternativa per Apple sarebbe intraprendere una seria svolta e lavorare per portare su MacOSX il maggior numero di applicazioni che ora girano solo, o meglio, su Windows, collaborando con le compagnie e con gli sviluppatori, offrendo supporto e incentivi. Non bastano certo le animazioni del desktop a convincere le aziende.

mercoledì 17 ottobre 2007

Chi copia

Ubuntu non è il solo prodotto di Canonical. Uno degli altri progetti più o meno collaterali è Launchpad, che definire un sito web sarebbe riduttivo, ma non è questo l'importante.
L'importante è l'interfaccia di Launchpad che da qualche anno presenta un menu di questo tipo:



Qualche settimana fa Apple ha aggionrato la grafica del suo sito istituzionale, e in basso ora troviamo qualcosa del genere:



Chi ha copiato questa volta?

Sia ben chiaro: non voglio accusare Apple. Voglio solo dire che quando Apple e molti mac-utenti gridano al plagio spesso farneticano.


Note

  • Canonical è la multinazionale fondata da Mark Shuttleworth, noto anche per essere stato il primo africano ad andare nello spazio.
  • Se non avete mai provato Ubuntu potete richiedere il CD gratuitamente. Non si pagano né licenze né spedizioni. E poi lo potete copiare agli amici. Aprite gli occhi.

lunedì 15 ottobre 2007

Doppia Faccia

Voglio fare i miei complimenti ad Al Gore e al suo staff per il premio Nobel per la Pace. Qualcosa di importante, che ci fa ricordare quanto sia importante la tutela dell'ambiente.
E anche Apple lo sa, tanto da mettere in prima pagina sul suo sito un omaggio all'ex Vice Presidente degli Stati Uniti.
Solo che mentre Apple si fa pubblicità gratuita sfruttando i meriti di qualcun altro, GreenPeace denuncia e dimostra come Apple non stia mantenendo fede alla promessa di una mela più verde. Infatti il suo iPhone contiene sostanze tossiche per l'ambiente, come si vede da questo video e da questo documento (entrambi in inglese).
Non che gli altri produttori si comportino meglio, ma almeno non hanno la faccia tosta di nascondersi dietro un premio Nobel.

sabato 13 ottobre 2007

iPhone di nuovo sbloccato

Ci sono volute solo due settimane per rifarlo. Ormai Apple dovrebbe averlo chiaro in mente: nessuna protezione è per sempre (e neanche i diamanti, capito cara?).
Purtroppo Apple continuerà a cercare di fermare gli hacker dal giocare col suo iPhone, ma sarà tutto inutile. Il proibizionismo non ha mai funzionato. Inoltre Apple si sta comportando al limite del lecito: è quasi sicuro che i nuovi aggiornamenti siano studiati per rendere apposta inoperativi gli iPhone sbloccati, trasformandoli di fatto in mattoni di alta fattura (nel senso che costano tanto).
È un po' come se un bambino non volesse far giocare col suo giocattolo un altro bimbo e pur di impedirglielo fosse disposto a romperlo. Il giocattolo, non l'altro bambino.
Questo comportamento, come dicevo, è al limite del lecito. Forse gli Yankes e quelli della Lega Nord sono abituati in un certo modo, ma qui in Europa è proibito farsi giustizia da soli. E inoltre in alcuni Paesi europei il blocco del telefono è sottoposto a rigide norme che tutelano l'utente. In Francia è obbligatorio che i telefoni bloccati vengano venduti anche senza blocco, seppure con il dovuto adeguamento di prezzo.
In Italia è permesso all'utente di sbloccare il telefono dopo 9 mesi, pagando il 50% della differenza dal prezzo pieno, oppure dopo 18 mesi senza alcun sovrapprezzo.
Sono forse questi i problemi che Apple deve affrontare per introdurre l'iPhone in Francia e Italia?
Aprite le vostre menti, gente. Anche quando telefonate.

venerdì 21 settembre 2007

Spassionatamente Linux

La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un post appassionato e scritto bene, molto meglio di come potrei fare io. Da leggere, assolutamente. Sono quasi commosso.

giovedì 20 settembre 2007

Openoffice su Apple con Aqua



Sun ha messo due sviluppatori (ben due!) al lavoro su una versione di Openoffice.org meglio integrata con l'interfaccia nativa di Mac. Finora ci si accontentava di NeoOffice, un porting in Java di OpenOffice.org.
OpenOffice.org non è leggerissimo già quando gira nativamente (ad esempio su Linux e su Windows), anche se è migliorato notevolmente, soprattutto se confrontato con StarOffice 5, la prima versione che io abbia usato). NeoOffice è ancora più lento, ma almeno gestisce la stampa e i caratteri in una maniera efficace.
La cosa che non mi va giù, eccoci al succo, è che Apple non stia facendo niente per aiutare OpenOffice.org: eppure è un software di cui si sente la mancanza su Mac. Se Apple, che pure è in ottimi rapporti con Sun, mettesse a disposizione altri due sviluppatori sarebbero in quattro ad aggiungersi alla comunità che è già al lavoro, un numero sempre esiguo (soprattutto se paragonato ai 53 di IBM), ma comunque raddoppiato.
E chi ne avrebbe giovamento sarebbero gli utenti Apple che finalmente avrebbero una seria alternativa, tra l'altro gratuita, a Microsoft Office. Certo, potreste obiettare che OpenOffice è un concorrente di iWorks, ma è un'obiezione che cade subito: anche Microsoft Office è un concorrente di iWorks, eppure Apple collabora attivamente con Microsoft e addirittura si vanta di poter usare Office sul Mac (ricordando a tutti che il Mac è solo un PC più bello). Addirittura Apple ha votato a favore del formato Microsoft per i documenti e non ha voluto integrare OpenDocument, che è uno standard ISO - più su di ISO non si può, in iWorks. In compenso iWorks legge e salva benissimo i punto doc e i punto xls.
In parole povere: se Apple non aiuta Sun per OpenOffice e non integra OpenDocument nei suoi software lo fa a tutto vantaggio di Microsoft.

Fonti
Melablog: Sun aiuterà il porting di OpenOffice su Mac
blogs.sun.com: Sun Microsystems joins porting effort for OpenOffice.org for Mac
Macsimum News: Apple should add OpenDocument support to iWork

giovedì 13 settembre 2007

Liberate il vostre iPhone!

Alla fine l'iPhone è stato liberato. Ora è possibile utilizzarlo con qualsiasi operatore GSM (niente UMTS, l'iPhone è ancora indietro) scaricando un programmino open source (liberami che ti libero). Ora, finalmente, l'iPhone comincia ad essere un acquisto accettabile: probabilmente Apple correrà ai ripari e cercherà di ammanettare nuovamente gli utenti scappati dal suo ameno carcere ma ormai la strada è tracciata e anche quando un aggiornamento porrà fine all'agognata liberazione (aggiornamento che potete scommettere ci sarà) ci sarà un contro aggiornamento, chiamatelo pure Hack nel senso più corretto del termine, a stretto giro di download. E la folla è in delirio.
Com'è che dicono in Francia? Liberté, Égalité, Fraternité!

lunedì 10 settembre 2007

Pagare le suonerie. Di nuovo

Prendendo in prestito la faccia dai famosi Bronzi di Riace, Apple fa pagare per creare le suonerie per il suo discusso telefonino. Ovvero: se hai già un brano, ad esempio lo hai rippato da un disco, non puoi usarlo come suoneria dell'iPhone ma devi pagare Apple per acquistare di nuovo il brano come suoneria. E nulla cambia se già l'hai acquistato come canzone dall'iTunes Store stesso: devi pagare di nuovo. 99 centesimi per ogni suoneria e 99 centesimi per ogni canzone (se accetti le manette del DRM).
E non si creda che sia un problema tecnico o una maniera per fornire ai clienti solo suonerie di alta qualità: la prima release di iTunes 7.4 permetteva di crearle gratis. Altolà, gridò Steve Jobs, qualcuno sta facendo qualcosa senza che noi ci guadagnamo! E così è stata rilasciata la 7.4.1. Ma la limitazione è, di nuovo, facilmente aggirabile e ci sarà una nuova release. E poi un'altra ancora. Possibile che alla Apple non imparino nulla dalla storia?
E non è tutto. Infatti sull'iPhone non solo bisogna pagare per usare le canzoni come suonerie ma non si può neanche usare un qualunque brano, ad esempio i vagiti di un neonato. Dimmi, cara Apple, vuoi vendermi anche la risata di mio figlio?

venerdì 7 settembre 2007

Buio senza fine e tanti limiti

Accidenti! In questi giorni ce n'è di roba da scrivere!
Sorpresa sorpresina. Il video sui nuovi iPod funziona solo con accessori selezionati. È stato inserito un chip di autenticazione che, appunto, riconosce quali accessori possono essere usati e quali no. Un chip che non aggiunge nessuna funzione al prodotto ma che serve solo a limitare l'utente.
In pratica, il cavo che va bene per collegare l'iPod precedente (5a generazione) al televisore non funziona con la nuova versione dei player made* designed in Cupertino: ci vuole un cavo nuovo. E la stessa cosa succede con tutti gli altri accessori.
E la truffa non finisce qui: nella confezione del nuovo cavo ci hanno spinto anche un alimentatore (che tanto tempo fa davano insieme all'iPod) con il risultato che il vecchio cavo costa 19 euro mentre per il nuovo ne servono 49 [fonte Apple Store Italia]. Un rialzo del 250%. Altro che finanza creativa!
Chissà se sulle confezioni dei vecchi cavi e su quelle dei nuovi iPod c'è scritto che non sono volutamente compatibili.
E infine: secondo voi da dove sono usciti i soldi con cui Apple ha progettato un chip che avvantaggia lei e sfavorisce gli utenti? Dall'unico posto da cui Apple prende i soldi: le tasche degli stessi utenti.

[*] Chissà perché mi dimentico sempre che gli iPod li fanno in Cina, come tutti gli altri player della concorrenza e come le bambole della Mattel.

Sfida verso il basso: la verità

Ecco cosa è successo! Ci voleva Gartner.
iPhone non vende più. Dopo il botto iniziale già si era avuto un calo nei mesi scorsi e ora, a quanto pare, c'è stata una completa battuta d'arresto. Ecco perché Apple ha deciso di abbassare il prezzo: dopo aver spennato i fedelissimi bisogna cominciare a vendere agli utenti normali. Ed ecco anche perché il titolo Apple in borsa ha visto un crollo (-5% in un solo giorno): gli investitori avevano subdorato che il ribasso non era un regalo ma un grido d'allarme.
E i cento dollari che Apple ha rimborsato agli utenti? Un gesto quanto meno dovuto ma tuttavia non del tutto trasparente e corretto. Il centone non è moneta sonante ma un buono acquisti presso Apple e sappiamo tutti che Apple ricava forti percentuali dai suoi store. Quindi Apple sborsa molto meno di quanto sbandiera e i soldi restano comunque in mano sua.
Perché sono i soldi che contano, non la loro ombra.

I belli e i brutti

Forse non sono tutti belli. I prodotti Apple, intendo. Forse qualche abbaglio c'è stato, un po' di roba pacchiana finita nei negozi per sbaglio o forse no.
E non lo dico io. Lo dice Ars Technica che sicuramente di 'ste cose ne sa più di me. E devo essere sincero: l'eMate 300 me lo ero proprio dimenticato! E dopo tutto è proprio facile dimenticarsi un affare del genere.
Lo so: non mi è uscito bene. Farò meglio la prossima volta.

Ipod Touch. Guardare ma non toccare

Belli, bellissimi (beh, forse il nano era più carino prima). Soprattutto quello classico, trenta ore di autonomia e almeno 80 GB di spazio, ideale per chi ha qualche migliaio di dischi.
E poi c'è quello superfigo, l'iPod touch. E ci sono da dire due cose.
La prima riguarda il nome che dimostra non molta fantasia, visto che già un cellulare, lo HTC touch, ha un nome simile. E fin qui niente di male anche se a Macity c'è chi crede che forse-quasiquasi-chilosà la HTC potrebbe citare Apple in giudizio per aver copiato il nome. Fortunatamente non tutti vedono negli altri solo dei copioni. Alla faccia dell'intolleranza.
La seconda cosa riguarda, invece, quello che alcuni vedono in Ipod Touch. Sempre su Macity prima viene biasimato il paradigma chiuso come poco versatile ma poi chiude dicendo che:

[con] le prospettive che si aprono nel campo della personalizzazione software non potremo più chiamare l'iPod touch come un semplice riproduttore digitale!
Toni trionfalistici per una conquista che ancora non c'è e che quando arriverà non lo farà certo per merito di Apple.

lunedì 3 settembre 2007

Apple e Microsoft insieme nei documenti

Se guardate la figura con attenzione noterete che ci sono due fronti. Un fronte è quello a favore di Micro$oft, l'altro contro. In realtà non è così semplice e neanche così banale. Riassumo la storia. OpenOffice.org per salvare i documenti usa il formato aperto OpenDocument che è anche uno standard ISO con il nome di ISO 26300.
Microsoft invece di usarlo nel suo Office ha preferito inventare un nuovo formato per evitare di perdere l'egemonia che ha sul trattamento dei documenti elettronici (testi, fogli di calcolo, etc.) e sta tentando con tutti i mezzi di promuoverlo a Standard ISO. Il formato di Microsoft, chiamato OOXML è sì aperto ma ha delle parti a rischio brevetto (molti standard sono coperti da brevetti) e una documentazione molto lunga (seimila pagine!) e fumosa oltre a contenere numerose lacune e problemi tecnici su cui non mi dilungo. Il formato OpenDocument, invece, è semplice e completamente libero. Nelle votazioni in corso in vari paesi del mondo, numerose aziende stanno votando a favore o contro il formato di Microsoft e Apple ha ufficialmente votato a favore (come riportato dalla figura). Dopo tutto Apple nei suoi computer annovera come punto di forza la possibilità di usare i programmi di Microsoft (ma questa è un'altra storia). E a questo punto non sembra strano che la nuova suite iWork gestisca i formati di un'azienda formalmente concorrente ma si guardi bene dal dare all'utente la possibilità di usare uno standard ISO. Tutto questo mentre Apple dichiara che i suoi prodotti sono dei Tipi aperti e Ampiamente compatibili
Morale della favola. Chi mi invita a premere Control+Alt+Canc dovrebbe pensare che egli o ella lo sta già facendo ma non lo sa. Meglio essere consapevoli.

domenica 26 agosto 2007

Lo schermo è lo specchio della CPU


Apple ha presentato il nuovo iMac. Bello. Bellissimo. Sicuramente uno degli specchi più belli che io abbia mai visto. Quasi mi veniva di tenerlo spento (ebbene sì, sono molto vanitoso). Poi è arrivato il commesso e mi ha fatto vedere come si accende: "Questo quì è il mouse, vede? Quando muove il mouse si muove la freccetta sullo specchio". Avessi qualche anno di meno lo avrei usato per schiacciare i punti neri, un po' come quello enorme, lì sotto lo specchio. Sì, quello a forma di mela!. Mi sembra un po' lo stemma reale sulla bandiera italiana. Giusto a ricordare che c'è un po' di sudditanza.
Siamo seri. Quando anni fa la Sony tirò fuori i monitor Glossy per i propri portatili mi augurai vivamente che l'esempio non fosse seguito da nessun altro e invece non fu così. I portatili finirono di essere utilizzabili in tutte le occasioni come ebbi ad accorgermi viaggiando in treno quando un signore sembrava quasi impazzito a cercare un posto buono per evitare i riflessi. Purtroppo la moda non ha risparmiato neanche Apple e neanche i desktop. E se ancora pensate che questo tipo di monitor sia migliore allora non avete mai utilizzato un Eizo.
Giusto per completezza, i nuovi iMac da 20 pollici hanno anche un angolo di visione inferiore ai modelli precedenti: da 170 siamo scesi a 160 gradi.
Un consiglio: gli sfondi scuri, le lampade e i film un po' bui.

domenica 29 luglio 2007

E non è neanche colpa mia

Avevate qualche dubbio al riguardo? A quanto pare Apple ha perso qualcosa in Borsa (è ancora molto forte, non state a preoccuparvi!) perché ha venduto meno iPhone di quanto preventivato. È cè anche stato un bel battibecco tra Apple e AT&T: Apple dice di aver venduto 270 mila telefoni, mentre AT&T ne ha attivati solo 143 mila, poco più della metà. Stranamente (leggetelo con una nota di sarcasmo) Apple ha risposto alle dichiarazioni di AT&T con un netto "Non è vero, non è vero, non è vero!".
Non sto lì a dilungarmi sulle ragioni: magari ve le spiego un altro giorno, dopo le vacanze, insieme a tante, tante altre belle cose su cui ragionare, su cui pensare.

It's not important you think different. It's important you think by yourself.

giovedì 28 giugno 2007

Tre super computer su cinquecento basati su Mac.

Ogni sei mesi viene pubblicata una mappa dei cinquecento computer più potenti al mondo, quelli che vengono chiamati Super Computer.
E anche in questo caso Mac batte Windows, sorpassandolo del 50%: infatti i super computer basati su Windows sono solo due, mentre quelli basati su Mac OS sono un numero enormemente maggiore: tre. I conti sono presto fatti.
Torniamo ad essere seri. E' ovvio che il sistema di casa Apple è troppo rigido e chiuso per poter essere adattato a realtà diverse i microcalcolatori che si trovano nelle case e negli uffici. Ed è per questo che 389 super calcolatori sono equipaggiati con Linux: 389 a 3 è veramente uno scontro impari.
Per fare calcoli seri servono sistemi operativi seri, che non stiano lì a piangere se qualcuno li modifica violando la loro proprietà intellettuale ma che incoraggi i cambiamenti. Serve un'apertura mentale che in Apple è dura a venire.
Serve Linux
. O i sistemi BSD veri.

domenica 24 giugno 2007

Chiuso

Non sono tanti gli utenti Apple che si fidano ciecamente della mela, ma sono, purtroppo per loro, sono fin troppi.
Se leggo su un blog che Apple sta sbagliando quattro cose, mi fa piacere vedere in giro un po' di consapevolezza, anche se mi verrebbe da dire che le cose che Apple sbaglia (e stiamo parlando di rapporto con gli utenti, non di strategie di mercato) sono molte di più.
Inoltre, se leggo un commento a quel post, mi accorgo che la gente è ormai deviata e che Apple ha instaurato un qualche tipo di fede monoteista da abbindolamento, di cui non finisco mai di stupirmi.
Vengo e mi spiego. Tra le quattro cose sbagliate c'è

Hardware completamente chiuso, anche se con gli ultimi modelli di MacPro o MacBook la situazione è migliorata e sembra sul punto di cambiare

E qui parte il primo chiarimento: le cose stanno cambiando soprattutto perché i nuovi computer di Apple sono in tutto e per tutto dei PC: stessi processori, stesse memorie, stessi chipset, stessi dischi. La pubblicità dovrebbe essere "Ciao, io sono un PC" - "Ciao, anch'io sono un PC".
Ed è proprio questa la cosa divertente, quando a proposito di hardware chiuso:
Beh, questa la posso anche accettare se le cose funzionano bene.

Caro Saint Andrés, hardware chiuso e funzionare bene non hanno nulla in comune: si può avere un hardware aperto ma progettato per funzionare senza alcun problema. Perché hardware chiuso non significa impossibilità di cambiare dischi, memoria e processore, ma significa impossibilità di sapere cosa c'è dentro la scatola e, quindi, fiducia cieca senza poter conoscere come vengano trattati i nostri dati, perché di quello si tratta. E questo, come è ovvio, è cosa cattiva e sbagliata.

E' facile sbagliare i conti



Antonio Dini
sa scrivere bene, bisogna ammetterlo, però ha un po' il vizio di falsare le informazioni che fornisce sul sito Macity, altro sito di sole buone notizie e pubblicità a prodotti più o meno utili. In un suo articolo, chiamato epicamente "La terza guerra dei browser", parla di come Safari sia candidato a diventare più diffuso. Ho già smentito con i numeri questa affermazione in un mio precedente post. Nello stesso articolo, Antonio Dini dice testualmente:
E ricordiamoci che iTunes viene scaricato più velocemente di Firefox (500 mila copie al giorno contro 100 mila di quest'ultimo)

un'affermazione vera e falsa allo stesso tempo. E' vera perché i numeri sono esattamente quelli, ma è falsa perché include anche tutti i download di iTunes per gli aggiornamenti. Infatti iTunes non include un sistema interno di aggiornamento per scaricare solo la differenza dalla precedente versione: bisogna riscaricare di nuovo tutto iTunes, parecchie decine di MegaByte, e questo per ogni piccolo numerino che cambia nella versione. In Firefox, invece, gli aggiornamenti, che sono automatici, prevedono di scaricare una frazione di MegaByte e non tutto il software, facendo risparmiare tempo e banda, e non andando ad incrementare dei contatori, che visto l'antiquato meccanismo di iTunes, sono necessariamente falsati.
Per tanto, se si vuole parlare di numeri, lo si faccia con consapevolezza e correttezza, evitando di essere l'Emilio Fede della mela morsicata.

giovedì 14 giugno 2007

Safari - Statistiche di utilizzo



Apple ha rilasciato Safari per Windows, e la cosa si fa succosa (l'assonanza è voluta).
L'intento di Apple, almeno secondo alcuni, è quello di entrare in competizione con i due browser più affermati, Firefox e Internet Explorer. Anzi, senza essere troppo presuntuosi, l'obiettivo è quello di prendere il posto di Firefox come secondo arrivato, poiché il prima di Internet Explorer non viene di certo messo in dubbio: è infatti il browser preinstallato sul sistema operativo più diffuso.
Safari è, invece, il browser preinstallato su tutti i sistemi Mac da un po' di anni a questa parte ma nonostante questo stenta a decollare.
Diamo un'occhiata alle statistiche pubblicate da W3School, di cui estrapolo i dati per il mese di maggio e metto tra parentesi la differenza con aprile:
Internet Explorer 7: 19,2% (+0,1%)
Internet Explorer 6: 38,1% (-0,3%)
Firefox: . . . . . . 33,7% (+0,8%)
Safari: .. . . . . . 01,5% (-0,1%)
Opera: . . . . . . . 01,6% ( INV )

Da questo elenco ho trascurato Mozilla (che comprende Netscape e la Mozilla Suite) e Internet Explorer 5.
Vediamo ora i dati che riguardano l'utilizzo dei sistemi operativi, sempre nel mese di maggio:
Windows: 87,4%
Linux: . 03,3%
Mac: . . 03,8%
Da questi dati risulta che il 3,8% usa un Mac, ma allo stesso tempo solo l'1,5% del totale usa Safari. Questo significa, banalmente, che solo il 40% degli utenti Apple usa Safari, nonostante Safari sia preinstallato. Il restante 60% preferisce perdere un po' più di tempo e usare Safari per scaricare Firefox oppure Opera.
Mentre Microsoft è riuscita ad imporre Internet Explorer preinstallandolo sui suoi sistemi operativi (questa fu la prima guerra dei browser) Apple non è riuscita nel medesimo intento e nonostante questo cerca ora di giocare in trasferta una partita che non ha ancora vinto neanche in casa.

lunedì 4 giugno 2007

Ad occhi chiusi



Su Macity leggo che Apple non ha ancora fatto dichiarazioni riguardo la marchiatura nascosta all'interno dei file privi di DRM venduti su iTunes Store. E proprio per far fronte a questo silenzio ci pensa Fabrizio Frattini, dicendo che
Anzi qualcuno sembra escluderlo attribuendo le differenze tra lo stesso file scaricato con account diversi al sistema con cui il file tiene traccia delle proprie modificazioni. In pratica un file è diverso dall'altro a seconda della data e dell'ora in cui viene scaricato e per questo i due file hanno dimensioni differenti.
Ovviamente si parla di qualcuno, nessuna fonte citata, mentre ci sono delle fonti autorevoli che paventano il pericolo per la privacy degli utenti. Inoltre, anche ammettendo che Apple abbia inserito la data nel file, perché nasconderla nel flusso musicale del file, invece che scriverla nei tag che pure sono previsti?
Inoltre, perché trattare così quegli utenti onesti che pagano per avere i file? Che razza di incentivo è se un utente che preferisce non rischiare nulla può facilmente scaricare i brani dalle reti Peer-To-Peer?
E tanti utenti Apple pensano sia meglio tenere gli occhi chiusi, per non vedere la propria fede ricambiata con la malafede.

PS: La sapete la differenza tra televisore e televisione?

sabato 2 giugno 2007

Protezionismo globalizzato

Che bello! Oggi mi sono arrivati dei dischi dal Sud Africa e dei pennarelli Pantone dagli Stati Uniti. Che gran cosa che è la globalizzazione! Peccato che Apple non la pensi così, tanto che ha pensato di dividere il suo negozio online iTunes Store nazione per nazione.
Così che non è possibile per chi si trova in Italia comprare un brano o un video nello store statunitense o in quello francese. Dopo tutto lo diceva anche Cesare: Divide et Impera (dividi e comanda). Ovvero: non dare troppa libertà agli acquirenti, per poterli controllare meglio.
Nel frattempo anche l'Unione Europea chiede il perché di questa divisione (per lo meno all'interno del vecchio continente). Bisogna aspettare lunedì.
Nel frattempo godiamoci una domenica a Milano.

giovedì 31 maggio 2007

Marchiati ed etichettati

Leggo su Melablog, che i nuovi file senza protezione DRM venduti dall'iTunes Store, contengono un tag nascosto in cui sono registrati nome, cognome e indirizzo email.
A parte che i file senza DRM costano il 30% in più, costo assolutamente non giustificato dalla banda necessaria a trasmettere il file e a parte che comprare un brano online non rende l'acquirente un reale possessore, poiché non si può rivendere il file acquistato come si fa con un disco normale, mi sembra quanto meno sleale nascondere nel file le informazioni personali dell'ignaro cliente. Dopotutto quando noi compriamo un disco in un negozio, non viene scritto sul disco il nostro nome: lo scontrino è a parte.

PS: È mai possibile che alla gente piaccia questa cosa?

Allibrito

Uno dei lettori di iLounge ha comprato un audiobook da iTunes. Peccato che l'audiobook acquistato non funzionasse su iPod.
Contattata Apple, il servizio clienti ha chiesto scusa (e ci mancherebbe!) e ha consigliato a tutti i possessori di iPod di non acquistare degli audiobook per qualche settimana poiché a quanto pare il problema è presente anche in altri audiolibri.
Tutti gli altri utenti che non lo sanno possono continuare a compare audiolibri difettosi. Perché Apple, benché sia a conoscenza del problema, non pensa neanche a togliere dagli scaffali i prodotti difettosi ma, ne sono sicuro, porgerà le sue più sentite scuse a chi crederà di comprare un file funzionante.

Come due vecchi amici

Veramente come due vecchi amici che, nel bene e nel male, hanno fatto la storia dell'informatica. Cosa importante se si pensa a quanto importante sia l'informatica.
Comunque, volevo commentare il post del sito melablog a tal riguardo. Il buon Marcello Majonchi ha detto (cito testuali parole)

una guerra ormai archiviata da almeno due lustri. Una guerra, di fatto, senza un vincitore o un vinto.

A me non pare sia proprio così: la guerra è stata vinta da Microsoft. E Microsoft ha tenuto in vita Apple per non finire sotto la scure della severa Antitrust Americana. Ricordo benissimo che quelli di Redmond acquistarono delle azioni Apple senza diritto di voto per dare modo ad Apple di avere più liquidità e, sempre per fare un piacere all'antitrust, svilupparono il loro Office per Macintosh. Non si può dire che senza di queste azioni la barca sarebbe affondata inesorabilmente, ma sicuramente rialzarsi sarebbe stato molto più difficile.
E sempre come due vecchi amici si ritrovano a bollare il nuovo Palm Foleo come non convincente: forse entrambi hanno paura dell'avanzata di Linux?

martedì 29 maggio 2007

Balla che ti passa

Come i ragazzi di oneOpenSource hanno già detto, sono state scoperte delle vulnerabilità in Samba.
Per chi non lo sapesse (ed è grave) MacOSX riesce a condividere file e stampanti con Windows grazie a Samba, un progetto opensource preso pari pari dai sistemi operativi aperti (Linux, FreeBSD, etc.) e integrato in MacOSX.
Le falle scoperte in Samba sono state tappate con la versione 3.0.25 (che nel frattempo è stata oggetto di un'ulteriore revisione) e quasi tutte le distribuzioni Linux sono state aggiornate in meno di 24 ore. A distanza di alcune settimane Apple, invece, non ha ancora fornito un aggiornamento e l'ultima versione disponibile è la 3.0.23 (e non la 3.0.10 come riferito da Macity).
Symantec fa notare come questo sia inaccettabile, mostrando come molti Mac siano vulnerabili in attesa dell'aggiornamento e suggerendo addirittura di scaricare i sorgenti e compilarli. Tutto questo a grande vantaggio della proverbiale sicurezza e facilità d'uso del Mac.
Sicuramente Apple avrà le sue buoni ragioni. Dopotutto si tratta di condivisioni con Windows, e diventa semplice dare la colpa a Windows. O meglio ancora: potrebbe dare la colpa ai programmatori (liberi) di Samba. Perché Apple utilizza il loro software devono essere loro a correggere il problema, e infatti l'hanno fatto ma Apple ancora non aggiorna la sua versione per MacOSX, che non è altro che il software che si può scaricare da Samba.org che in effetti è aggiornato e senza problemi. Insomma: mi sto ripetendo e disperdendo. Lasciamo perdere.


Fonti:

lunedì 28 maggio 2007

Sedotto e abbandonato

Forse i possessori di iPod di quarta generazione, di quelli in bianco e nero, il primo modello con la ghiera, sono pochi, pochissimi. E forse sono rimasto solo io. Altrimenti non si giustifica il totale abbandono da parte di Apple: non ci sono più aggiornamenti da anni e i problemi ci sono ancora, come alcuni brani che vengono saltati senza alcuna ragione. Spero che per i nuovi iPod questo problema sia stato risolto.
No, una mia amica dalla regia mi comunica che anche sull'ultima generazione non è stato risolto: alcuni brani vengono saltati, forse per antipatia o forse per scherzo.
O forse è veramente una nuova funzione: ora decide lui cosa puoi ascoltare.
O forse i problemi li lasciano apposta: così qualche fesso, in preda alla disperazione, compra quello nuovo e quello dopo ancora, fiducioso che Apple stia lì a risolvere i suoi problemi.

domenica 27 maggio 2007

Fed-icismo

Qui si sta esagerando, o almeno credo. E non dovrei usare troppo questo termine perché c'è gente che ci crede un po' troppo. E, come già detto su queste pagine, non si tratta di una fede o di una religione ma di un feticcio. E non voglio ripetermi oltre, ma considerare questa come un'immagine da tenere nel portafoglio è un po' esagerato.
Se poi la si vede dal lato comico allora ci sta tutta, e non posso che unirmi al sorriso che suscita. Perché in fondo è un fotomontaggio carino, soprattutto per l'ipod, il powermac e il powerbook.

venerdì 25 maggio 2007

Feticismo a portata di gamba

Per il bene di tutti non bisognerebbe mai superare certi limiti. Come nel caso delle varie cianfrusaglie del negozietto iStuff di Milano, vero ricettacolo di trash ed inutilità. Una delle ultime novità è la giarrettiera per iPod, vera arma di seduzione.
Un consiglio: se una ragazza quest'estate vi avvicina cercando di sedurvi in questo modo, statene alla larga.
Ma fino a questo ci arrivano tutti. Quello che non capisco è come un sito, abbastanza autorevole, come www.macitynet.it possa pubblicare una tale sciocchezza tra le notizie: certe cose vanno nascoste. Qui non si parla più di moda, ma di feticismo.

Pre-Obiezioni

  • Andatevi a guardare il significato di feticismo (significato uno e due sul De Mauro)
  • In questo caso non si può parlare di gusti ma solo di feticci.
  • Non pubblico la fotografia di questo orrendo accessorio per motivi di copyright: non si possono prendere e copiare le foto, a meno questo non sia esplicitamente concesso.
  • Al negozio di iStuff io ci sono stato. E ne sono anche venuto via.
  • Lo so: non si parla direttamente di Apple.

giovedì 24 maggio 2007

Maniaci della pulizia

Sono parzialmente d'accordo con chi vuole essere pulito. Ma da qui a paragonare un macbook-pro ad un gioiello, ce ne passa: in fondo molti gioielli costano parecchio meno.
E comunque a me non piacciono neanche i gioielli.

mercoledì 23 maggio 2007

iPod e iStress


Il sesto ipod rotto in sei anni:
è solo sfortuna?
E non sono l'unico! L'iPod ha avuto il merito di diffondere, per questioni di moda, la musica portatile al grande pubblico. Purtroppo, però, l'iPod ha numerosi difetti, alcuni addirittura voluti da Apple.
Quello che più mi dà fastidio è il database delle canzoni: non basta copiarci sopra le canzoni ma bisogna aggiornare un database che contiene titoli, statistiche e playlist.
Questo significa che se quell'unico file (iPod_Control/iTunes/iTunesDB) ha il benché minimo problema, vuoi per un errore dell'hard disk vuoi per una disconnessione infelice, bisogna ricopiare tutte le canzoni, a meno di non mettersi lì a smanettare.
I file delle canzoni sono ancora al loro posto ma né l'iPod, né iTunes le riconosceranno. Questa trovata aiuta anche Apple a nascondere e confondere i brani memorizzati sull'iPod, rinominando i file in sigle senza senso e spostandoli in anonime directory del tipo F29, F07 e così via.
Ma non vi preoccupate: se vi succede, iTunes non vi lascia da soli e vi suggerisce di ripristinare le impostazioni iniziali, un modo difficile per dire "cancella tutto quello che c'è".
Sarebbe stato molto più semplice copiare i brani direttamente a mano, ma questo significherebbe non essere schiavi di iTunes come Apple vorrebbe. Per fortuna iTunes non è l'unico, e non è neanche il migliore, a saper gestire l'iPod

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